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Eboli centro storico

אבולי - המרכז ההיסטורי

Eboli (Jevule in dialetto ebolitano) è un comune italiano di 40,086 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

תמונות מהטיול[]

גאוגרםיה פיזית[]

La città è sorta sulle pendici del Montedoro, un contrafforte del gruppo montuoso Monte Raione - Monte Ripalta. Il territorio è per il 90% pianeggiante composto dalla pianura alluvionale del fiume Sele, che ne delimita il territorio a sud. La restante parte, collinare-montuosa, ricade nel Parco regionale Monti Picentini. Oltre al Montedoro comprende la zona collinare Monti di Eboli suddivisa fra il comune di Olevano sul Tusciano e quello di Battipaglia.

מקור השם[]

Il nome Eboli potrebbe derivare da Eu bòlos (ευ βώλος) buona zolla, o da un mitico fondatore: Ebalo, figlio della ninfa Sebeti e di Telone, re di Capri, menzionato da Virgilio alla fine del settimo libro dell'Eneide, dove dice: Oebale quem generasse Telon Sebetide Nympha. Si tratta, tuttavia, di ipotesi non documentate da fonti scritte. Quando i Greci arrivarono ad Ebhura (trascrizione indoeuropea), trovando il nome simile a quello di numerose località pelasgiche della Grecia, la indicarono come "Ephýra katà Kampánian" (Εφύρα κατὰ Καμπάνιαν). Difatti, il nome "Ephýra" (Εφύρα), è l'antico nome di Corinto, "Ephyra". Un'ulteriore origine del nome potrebbe derivare da "Ευ πόλις", ossia "Buona città": la π, tramite un processo linguistico di labiovelarizzazione seconda, si sarebbe trasformata nella labiovelare β, dando origine a "Ευ βόλις", che sarebbe sfociato poi nella variante del Latino Medioevale "Ebolus", dunque "Evoli" e poi, infine, "Eboli".

תולדות המקום[]

Il territorio fu frequentato sin dalla preistoria, come testimonia il ritrovamento di una mummia neolitica in località Corno d'Oro.

Ricca di reperti archeologici rinvenuti in diversi siti dislocati sulle colline (numerosi sono i ritrovamenti corredi funerari risalenti all'eneolitico e all'età del bronzo, ritrovati su Montedoro), in Eboli risulta consolidata nei secoli successivi la presenza della Civiltà villanoviana. A partire dalla fine del V secolo a.C. fiorenti saranno i rapporti commerciali tra le popolazioni etrusche a nord e quelle greche a sud, tanto che Eboli divenne un centro di riferimento importante per le tribù lucane dell'entroterra, come testimoniato dalle numerose necropoli sparse lungo il perimetro del centro storico. Con l'arrivo dei romani e la costruzione della via Popilia (che congiungeva Capua a Reggio Calabria) Eburum divenne un importante e fiorente centro artigianale e commerciale, come dimostrano i resti di un antico quartiere artigianale (datato III-II secolo a.C.) dedito alla produzione di ceramica, grazie alla presenza di tre fornaci romane (uno piccola, una media e una grande) ubicate a pochi passi dal santuario dei SS. Cosma e Damiano. “…Terra antiqua, potens armis atque ubere glebae,…” così ne parla Virgilio nell'Eneide. Del IV secolo d.C. è la villa romana rinvenuta in località Fontanelle, distante meno di un chilometro dal centro. A testimonianza della grande vitalità di questo centro i romani concessero ad Eburum lo status giuridico di Municipium, ossia i suoi cittadini erano a tutti gli effetti cives romani ma mantenevano il diritto a governarsi con leggi proprie, come dimostra la stele eburina (oggi conservata presso il Museo archeologico della media valle del Sele). Il piedistallo di una statua al tempo dedicata al console Tito Flavio Silvano, ritrovata nel basamento dell'antica chiesa di S.Maria ad Intra nel centro storico, riporta in calce un'iscrizione in latino (un latino non perfetto, o forse già frammisto ad elementi di volgare) che definisce "Eburum, municipium romano"[1].

קובץ:Acquedotto medievale Eboli.jpg

Resti di acquedotto medievale sui Monti di Eboli.

Con la caduta dell'Impero romano Eboli fu distrutta una prima volta da Alarico nel 410 d.C. e successivamente saccheggiata e devastata dai saraceni nel IX e X secolo. Ma gli insediamenti su Montedoro sopravvissero fino a quando giunsero in queste terre i Longobardi. Nel Medioevo fu identificata con il nome Evoli (nel dialetto locale ancora oggi persiste la forma Jévule, evidente eredità del nome medievale). La città in questo periodo storico diventa un caposaldo del sistema difensivo del Principato di Salerno con il suo imponente Castello, eretto da Roberto il Guiscardo, circondato da mura e dalle sue cinque porte. Numerosi furono gli interventi di recupero di antiche chiese e complessi monumentali attuati dai Normanni, ne è un esempio ancora tangibile la Badia di San Pietro alli Marmi, oggi sede del convento dei frati Cappuccini.

Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie. In questo periodo, con la creazione di un apposito istituto, fu avviata la bonifica degli acquitrini e delle paludi che ricoprivano vaste aree di territorio coltivabile della piana del Sele[2].

Per l'epoca delle lotte per l'Unità d'Italia, nel centro storico della città una targa ricorda ancora l'ospitalità che una famiglia locale concesse a Giuseppe Garibaldi (alcuni accenni sparsi raccontano anche che proprio a Eboli trovarono rifugio alcuni membri della spedizione organizzata da Carlo Pisacane, sopravvissuti all'eccidio di Sapri).

Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Campagna.

Eboli è conosciuta principalmente grazie al libro di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, benché gli eventi dell'opera non siano ambientati nel comune campano, ma in Basilicata durante il regime fascista. La città è stata inoltre sede di un discorso bellicoso di Benito Mussolini poco prima dell'inizio della Guerra d'Etiopia (discorso che il dittatore stesso ricorderà all'inizio della campagna italiana di Grecia).

Nel 1980, il terribile terremoto dell'Irpinia non risparmiò la città con il crollo di palazzi e il danneggiamento di scuole, la cui ricostruzione è stata completata solo al fine degli anni '90. Durante il sisma due ebolitani persero la vita.

אתרים חשובים[]

  • Palazzo Martucci - Mauro - Cuomo (XV secolo).
  • Palazzo de Consulibus (XVI secolo).
  • Palazzo Paladino La Francesca (XV secolo).
  • Palazzo La Francesca (XVIII secolo)
  • Palazzo Romano Cesareo (XII secolo).
  • Palazzo Romano (XVII secolo)
  • Palazzo Campagna (XVI secolo).
  • Palazzo Romano (XIX secolo).
  • Palazzo Novella (XV secolo).
  • Palazzo Corcione (XV secolo).
  • Palazzo Zuccaro (XIX secolo)
  • Castello Colonna (XI secolo)

מונומנמטיח=[]

  • Monumento ai caduti in piazza della Repubblica (1924)
  • Leoni di piazza della Repubblica (1872)
  • Monumento a Vincenzo Giudice, maresciallo della Guardia di Finanza, vittima della rappresaglia nazi-fascista
  • Monumento a Carlo Levi lungo il viale Amendola.
  • Monumento a Padre Matteo Ripa, missionario e fondatore del Collegio dei Cinesi (ora Istituto Universitario Orientale).
  • Monumento al colonnello Calò.
  • Epitaffio del Regio Cammino di Matera (1797)

=טתרים אכאולוגיים[]

  • Villa romana di epoca imperiale in località Paterno.
  • Due tratti di cinta muraria del IV secolo a.C.
  • Area artigianale del IV-II secolo a.C. in zona SS. Cosma e Damiano.
  • Acquedotto romano sul Montedoro.
  • Fornaci romane

שמורות טבע[]

  • Riserva naturale Foce Sele - Tanagro, sito di Interesse Comunitario IT 8050010 comprendente le fasce litoranee a destra e sinistra del fiume Sele e parte del litorale tirrenico.
  • Area Protetta Dunale Legambiente Silaris, comprendente parte della Riserva naturale Foce Sele - Tanagro.[3]
  • Area naturale di San Miele
  • Parco naturale comunale di San Donato

Sentieri naturalistici[]

  • Percorso dei mulini: percorso naturalistico e archeologico lungo 358 m così chiamato per la presenza di mulini e frantoi[4].
  • Sentiero San Donato[4].

מערות[]

Elenco delle cavità naturali presenti nel territorio comunale[5]:

  • Grotta Cozzolino
  • Grotta Tiranna
  • Grotta dei Morti
  • Grottone di Eboli
  • Grotta di Giacobbe
  • Caverna dei Tre Ingressi
  • Grotta dei Briganti

מוזיאונים[]

  • Museo archeologico della media valle del Sele, ubicato nel complesso monumentale di S.Francesco.
  • Museum of operation Avalanche (MOA), ubicato nel complesso monumentale di S. Antonio.
  • Museo di San Francesco, ubicato nella chiesa di San Francesco.

Cristo si è fermato a Eboli[]

L'elemento di maggiore notorietà della cittadina resta comunque l'essere citata nel titolo del libro di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli; lo scrittore antifascista torinese, confinato ad Aliano in Basilicata, così riprendeva un'espressione della Gente Lucana: "Noi non siamo Cristiani, perché Cristo si è fermato ad Eboli.": così si intendeva dire che Eboli - "dove la ferrovia e la strada abbandonano il golfo di Salerno"- rappresentava l'avamposto della "Civiltà" prima di "addentrarsi" nelle desolate terre di Lucania.

Nel 1984 è stato intitolato a Carlo Levi il Liceo Artistico di Eboli e una piazzetta lungo il viale.

Geografia antropica[]

Urbanistica[]

La città ha usufruito nel tempo di diversi piani regolatori:

  • Il Piano di Risanamento ed Ampliamento, di Gaetano Genovese, 1869.

Il Genovese, elabora un piano di ampliamento per l'intera città, come "dono che si facea da un patrio artista" per la sua "diletta terra natìa", costituente il primo passo verso il risanamento del nucleo originario, in modo da consentire all'esterno dell'abitato la preventiva sistemazione delle famiglie che avrebbero perso la propria casa per le demolizioni da operarsi all'interno: "ne conseguitava adottar si dovesse lo espediente primiero, come punto di partenza, d'avere un piano generale riordinatore dello esterno della Città coordinato all'interno, e con il maggior numero possibile di punti d'attacco, antiponendo forse alla bellezza inopportuna e superflua le vedute igieniche e di relazioni sociali con quanti ne stanno d'attorno in contatto o lontani" 8[6]. Infatti, altra considerazione del Genovese era quella che Eboli, per il recente passaggio della ferrovia nel suo territorio, veniva acquistando un'importanza sempre più considerevole per lo smistamento dei traffici dalla strada ferrata alle vie secondarie di comunicazione verso l'interno. Il 10 ottobre 1870, la progettazione viene abbandonata e sostituita da quella dell'architetto Francesco Paolo d'Urso, fratello dell'allora sindaco Raffaele[7].

  • Il Piano di Risanamento ed Ampliamento, dell'ingegnere Adolfo Giambarba, 1885.

Giambarba si limita a espandere l'abitato su tutti i lati per la profondità di un unico lotto, ad eccezione della zona della Ripa e di quella nei pressi di S. Maria della Pietà, in cui le condizioni orografiche (i fortissimi dislivelli per la prima e il fiume per la seconda) rappresentano delle soglie da superare non facilmente anche dal punto di vista dei costi di realizzazione. L'unica zona in cui l'ampliamento è più consistente e prevede la realizzazione di un nuovo schema stradale a scacchiera è quella che dal Borgo arriva al ponte di S. Biagio, estendendosi verso la collina di S. Antonio[8].

  • Il Piano Regolatore degli Orti Comunali, dell'ingegnere Diego Genovese, 1891.

Con deliberazione del 29 maggio 1890, il Consiglio comunale nominò per la formazione del piano l'ing. Diego Genovese, figlio del più illustre Gaetano. Dalla planimetria risulta che tutto il territorio di cui si è studiato il piano regolatore è di superficie circa metri quadrati 50.000. Tolte le strade da aprirsi, le piazze da crearsi, ecc. la restante zona è stata ripartita in nº 17 suoli, cioè 10 di prima classe e 7 di seconda, i quali tutti insieme rappresentano una superficie di metri quadrati 30.820, distinti in metri quadrati 19.923 di prima classe e metri quadrati 10.907 di seconda[9].

  • Il progetto delle scuole elementari del 1906 e il piano per la regolarizzazione e la vendita dei suoli edificatori di proprietà comunale del 1912, dell'Ingegnere Antonio Storniello.

Viene elaborato nel 1906 e poi approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione il 7 gennaio 1910 il progetto per la "Nuova Casa della Scuola in Eboli". Si trattava, inizialmente, di un grande edificio ad U, per maschi e femmine, delimitante verso nord la Piazza dei leoni con un imponente prospetto lungo ben 90 metri, più un'ulteriore "Palazzina per asilo d'infanzia". In seguito, poiché così dimensionato avrebbe "sbarrato la prospettiva dello Stradone", fu scisso in due fabbricati identici, uno per le scuole maschili e l'altro per quelle femminili. Scrive lo stesso autore nella Relazione del progetto, a pag. 5: «Il motivo architettonico è in istile fiorentino, semplificato per i prospetti interni, nei quali sono incise le regolamentari finestre delle varie classi». I lavori per la realizzazione di questi edifici, che nel 1912 sono ancora in costruzione, rendono improrogabile la realizzazione di un piano che regolamenti, ma soprattutto incentivi, lo sviluppo urbano dell'area ad essi sottostante, di circa 95000 metri quadrati, limitati a sud dalla "rotabile provinciale per le Calabrie, ad est dalla Via Madonna delle Grazie, a nord dalla villetta pubblica e ad ovest dalla via S. Bernardino". Messo da parte quello prima esposto, opera di Diego Genovese, l'incarico viene affidato allo stesso autore delle scuole in costruzione, aspettandosi un lavoro "informato a criteri edilizi, igienici ed economici". Più che il risultato formale ottenuto dallo Storniello, in cui ancora una volta è riscontrabile l'influenza della prima pianificazione di Gaetano Genovese - la maglia ortogonale, la forma romboidale dell'incrocio delle due vie principali - , quello che caratterizza questo piano sono le funzioni a cui vengono destinate le due grandi aree a sud-est e a sud-ovest: rispettivamente assegnate alla fiera e alle industrie. Pertanto quella che doveva essere essenzialmente una zona di espansione residenziale acquista connotazioni legate anche allo sviluppo produttivo dell'intera città. Inoltre le strade vengono suddivise, per stimare il differente valore dei lotti, in quelle appartenenti alla prima categoria (lo Stradone, la sua mediana, i due assi obliqui), alla seconda (le vie discendenti parallelamente allo Stradone, ai fianchi degli edifici scolastici) e alla terza (i rimanenti percorsi). Ma probabilmente i tempi non erano ancora maturi, se alle ottimistiche disposizioni contenute nel Capitolato, tra cui "Qualora per un dato lotto vi siano più richieste, si aprirà fra i richiedenti una gara a norma delle vigenti leggi", seguirà dopo ben 9 anni, un avviso affisso per le strade di Eboli in cui il Sindaco rendeva noto che coloro i quali avessero desiderato "suoli gratuiti per l'edificazione di case popolari (coloniche ed operaie), avrebbero potuto presentare domanda e progetto, oppure scegliere tra i due depositati presso il Comune, compilati dall'ing. Storniello, per i due tipi di case.

Economia[]

Viene prodotta in zona la mozzarella di bufala campana, per lo più da piccoli caseifici a conduzione familiare e ogni anno si svolge "Pianeta Bufala" sagra a livello nazionale ed internazionale, per ricordare questa perla bianca dell'allevamento. Altre aziende sono presenti nella produzione della pasta (Pezzullo appartenente al gruppo Newlat), dei mangimi e dei gelati. Molto recentemente ha aperto al pubblico il centro commerciale "Le Bolle" che ha un bacino di persone che comprende le città limitrofe. Apertura recente anche per l'outlet a San Nicola Varco, sempre nel territorio ebolitano, denominato "Outlet Village Cilento" (Eboli però non è geograficamente compresa nel Cilento), l'outlet più grande del Sud Italia. Ha un bacino di 6.000.000 di persone nell'arco di 90 minuti in macchina.

Infrastrutture e trasporti[]

Strade[]

La città è dotata di un'importante uscita autostradale sulla A3 Salerno-Reggio Calabria che funge da porta secondaria di accesso (dopo lo svincolo di Battipaglia) al Cilento. Le strade statali che attraversano il territorio comunale sono tre:

  • la Strada statale 18 Tirrena Inferiore, asse viario che collega Battipaglia, attraversando le frazioni Corno d'Oro, Cioffi e Santa Cecilia, con il Cilento;
  • la Strada statale 19 delle Calabrie, principale collegamento con Battipaglia e gli Alburni;
  • la Strada statale 91 della Valle del Sele, principale collegamento con Campagna e l'Alto Sele.

Il territorio comunale è attraversato da numerose strade provinciali; quelle di maggiore rilevanza sono le seguenti:

  • Strada Provinciale 30, Cornito, principale collegamento tra Eboli, lo svincolo autostradale, la SS18 e la litoranea;
  • Strada Provinciale 175a, Litoranea, arteria stradale di collegamento tra Salerno e Paestum;
  • Strada Provinciale 350, Innesto SP 29/a-Eboli, collegamento tra Eboli e Olevano sul Tusciano;
  • Strada Provinciale 417, Aversana, strada parallela alla SP175;

Altre strade provinciali sono:

  • Strada Provinciale 8 Bellizzi (torrente Vallimonio)-Innesto SP 135-Innesto SP 312-Innesto SS 18;
  • Strada Provinciale 195, Innesto SS 18-Innesto SP 30;
  • Strada Provinciale 204, Innesto SP 195-Innesto SP 308-Innesto SS 18;
  • Strada Provinciale 262, Innesto SS 18-Innesto SP 175;
  • Strada Provinciale 308, Innesto SP 204-Innesto SP 30;
  • Strada Provinciale 312, Innesto SS 18-Innesto SP 8-Innesto SP 417-Innesto SP 175;
  • Strada Provinciale 317 Falagato-Corneto;
  • Strada Provinciale 412, Acqua dei Pioppi;
  • Strada Provinciale 413, Innesto SP 417-Innesto SP 175;
  • Strada Provinciale 416, Innesto SP 417-Innesto SS 18(Eboli);
  • Strada Provinciale 426, Serracapilli.

Ferrovie[]

  • Stazione di Eboli sulla ferrovia Salerno-Potenza.
  • Stazione di San Nicola Varco sulla Ferrovia Tirrenica Meridionale.

Mobilità urbana[]

La mobilità è affidata, per quanto riguarda i trasporti extraurbani, alla società Sicurezza e Trasporti Autolinee - Sita Sud S.r.l. e alla Società Consortile Salernitana Trasporti.

Voci correlate[]

  • Riserva naturale Foce Sele-Tanagro

Altri progetti[]

תבנית:Interprogetto

Collegamenti esterni[]

  • תבנית:Cita web
  1. תבנית:Cita libro
  2. Battipaglia, 70 anni nella sua storia, Massa Editore 1999, pag.41
  3. LEGAMBIENTE EBOLI » Proteggiamo la natura!
  4. 4.0 4.1 Sic Fiume Sele - Itinerario ambientale
  5. Grotte naturali della Campania, elenco catastale completo תבנית:Webarchive
  6. GAETANO GENOVESE, Documenti contestanti la corrispondenza tenuta per opere di pubblico interesse nella Città di Eboli, p.4-5 Tip. All'insegna del Diogene, Napoli, 1872.
  7. GAETANO GENOVESE, Documenti contestanti la corrispondenza tenuta per opere di pubblico interesse nella Città di Eboli, p.24-25 Tip. All'insegna del Diogene, Napoli, 1872.
  8. Archivio Storico del Comune di Eboli.
  9. Archivio Storico del Comune di Eboli; Delibera di Consiglio Comunale nº50 del 29 maggio 1890, p. 17.
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